08/11/23

Come scegliere i vetri adatti per le finestre di casa

 


Scegliere i vetri per i serramenti di casa è molto importante, anche se si tratta di un argomento che viene poco spesso affrontato; un peccato, visto che la questione vetri può fare la differenza nella qualità di porte o finestre.

Le caratteristiche dei vetri per serramenti

Come anticipato, i vetri per finestre giusti, potranno migliorare il comfort della tua abitazione. Questo perchè si tratta di vetri particolari, progettati appositamente per massimizzare il valore delle finestre.

Innanzitutto sono caratterizzati da vetrocamere: un sistema costituito da due o più lastre distanziate da canaline. Questo modello di struttura serve a migliorare l'efficacia dei vetri delle nostre finestre, le intercapedini sono infatti riempite con gas speciali, come argon o kripton, in grado di garantire un migliore isolamento termico e acustico. Maggiore sarà la distanza tra le lastre, maggiore sarà la quantità di gas presente e l'effetto.

Oltre all'intercapedine, anche lo spessore dei vetri influenza il risultato: maggiore lo spessore, migliore l'isolamento dal caldo o dal freddo dell'esterno. Si possono arrivare ad avere soluzioni con triplo o quadruplo vetro per condizioni climatiche particolarmente estreme.

Finestre e risparmio energetico

La capacità isolante del vetro è detta trasmittanza termica ed è la prima caratteristica a cui si pensa quando valutiamo l'investimento per le nostre finestre.

La trasmittanza è quella grandezza fisica che individua la quantità di calore medio che viene scambiata tra due ambienti con temperature differenti, è indicata dal simbolo Ug, un'unità di misura che troverete spesso nei preventivi, dove U indica la trasmittanza e "g" la vetratura.

Si misura in watt metro quadrato kelvin (W/m²•K) e, più basso sarà il valore, più il vetro risulterà isolante. In pratica, con un buon valore di trasmittanza, il calore della nostra casa non verrà disperso all'esterno attraverso i serramenti. Per influenzare questa caratteristica, oltre alle vetrocamere, contribuisce anche l'impiego di vetri speciali, come i basso emissivi o i selettivi.

Proprio per questo, la scelta del giusto vetro, è una caratteristica importante per far fruttare il nostro investimento nell'installazione di nuovi serramenti.

Il fattore solare del vetro

Il fattore solare, identificato con le diciture FS o G, misura la quantità di energia solare che passa per il vetro.

Ad esempio: senza vetro passa il 100% di calore solare da una finestra, con un vetro basso emissivo calore è ridotto al 60%, ciò significa che il fattore solare o G equivale a 60. Se il valore di trasmittanza misura l'isolamento dal freddo, il fattore solare riguarda il fenomeno del surriscaldamento.

Per il corretto comfort di casa, è importante che la quantità di calore che irradia la nostra abitazione sia bilanciata; questo permettere la creazione di un microclima ottimale sia in inverno che in estate.

La trasmissione della luce solare

Oltre allo scambio termico, anche il passaggio di luce è essenziale quando parliamo di finestre. Nonostante la sua importanza, la trasmissione luminosa (detto anche TL) è un valore meno conosciuto, indica la percentuale di luce solare che passa attraverso il vetro.

Ad esempio, un buon vetro può lasciar passare il 75% di luce dall'esterno, a questo punto possiamo identificare una trasmittanza luminosa di 75. Ovviamente, un alto valore ci permetterà di avere una abitazione meglio luminosa.

Vetri per finestre e isolamenti acustico

Soprattutto per chi abita in città, avere vetri in grado di isolarci dai rumori fastidiosi dell'esterno è un grosso vantaggio. Il livello di isolamento acustico dei serramenti si misura in decibel (DB), un valore più alto indica una abitazione con porte e finestre meglio fono-isolanti.

La normativa italiana stabilisce che le abitazioni devono avere un potere fonoassorbente di 40 almeno decibel.

Vetri delle finestre e sicurezza

Oltre a tutte le caratteristiche precedenti, un vetro per finestra può anche essere progettato per fornire un maggiore livello di sicurezza. Ad esempio, esistono in commercio vetri antieffrazione in grado di resistere ai tentativi di scasso.

Per essere definito tale, un vetro di questo tipo, deve superare tutta una serie di prove di forza di differente livello; vanno dal minimo della P1 alla P8B che rappresenta il massimo livello. Un vetro in grado di fornire un adeguato livello di sicurezza per l'abitazione è di livello P4A o P5A.

Sempre a proposito di sicurezza, possiamo anche parlare dei prodotti antinfortunistici come i vetri laminati o temprati.

Con tutti questi fattori da considerare nella scelta dei vetri per le finestre di casa, è sempre meglio rivolgersi ad un installatore di serramenti qualificato per trovare la soluzione più adatta.

Quali sono le novità introdotte con il nuovo decreto antincendio?

 


E’ stato pubblicato da INAIL un nuovo documento tecnico sulle novità in merito alla prevenzione incendi sui luoghi di lavoro. La normativa infatti, negli ultimi anni, ha visto diverse evoluzioni e, lo scopo di questo documento è quello di accrescere la consapevolezza in merito ai contenuti dei nuovi Decreti Antincendio e alla loro messa in pratica.

Il testo analizza i 3 decreti ministeriali che, nel 2021, hanno modificato (sviluppando a anche abrogando) la normativa già in essere.

Primo decreto: manutenzione attrezzature, impianti e sistemi di sicurezza antincendio

Il primo decreto dà indicazioni sulla corretta manutenzione delle attrezzature, degli impianti e dei sistemi di sicurezza antincendio.

È costituito da un articolato normativo e da due allegati: “Criteri generali per manutenzione, controllo periodico e sorveglianza impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio” e “Qualificazione dei manutentori di impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio”.

Secondo decreto: gestione dei luoghi di lavoro

Il secondo si focalizza sulla gestione dei luoghi di lavoro in esercizio ed in emergenza, sulle caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio; comprende anche i corsi di formazione per gli addetti antincendio e per i formatori.

È costituito da un articolato normativo e da cinque allegati: “Gestione della sicurezza antincendio in esercizio”, “Gestione della sicurezza antincendio in emergenza”, “Corsi di formazione e aggiornamento antincendio per addetti al servizio antincendio”, “Idoneità tecnica per addetti al servizio antincendio”, “Corsi di formazione e di aggiornamento dei docenti dei corsi antincendio”.

Terzo decreto: valutazione dei rischi d’incendio

Il terzo infine riguarda la valutazione dei rischi d’incendio, e le conseguenti misure di prevenzione, protezione e gestionali da attuare per la riduzione degli stessi.

Il decreto fornisce, nell’Allegato I, specifiche indicazioni per la progettazione della sicurezza antincendio dei luoghi di lavoro a basso rischio di incendio.

Viene introdotto un vero e proprio MINI-CODICE per la valutazione del rischio di incendio e vengono specificate nel dettaglio le misure di prevenzione e protezione, nonché le misure organizzative e gestionali antincendio che devono essere adottate nei luoghi di lavoro cosiddetti a basso rischio di incendio, rinviando i luoghi di lavoro non ricadenti fra quelli a basso rischio di incendio al Codice di prevenzione incendi (o alle regole tecniche di prevenzione incendi “tradizionali”, qualora applicabili).

Il decreto contiene le misure intese ad evitare l’insorgere di un incendio ed a limitarne le conseguenze, qualora esso si verifichi, e si propone quale regola tecnica per i luoghi di lavoro privi di specifica regola tecnica. L’approccio proposto ricalca quello del Codice di prevenzione incendi, sebbene con contenuti in forma ridotta e semplificata; il decreto è costituito da un articolato normativo e da un solo allegato.

Statistiche sugli infortuni causati da incendi o esplosioni

Il documento termina con una parte di statistiche relative agli infortuni gravi causati da incendi o esplosioni, soffermandosi ad analizzarne le cause, in larga parte dovute al mancato rispetto o all’inadeguata conoscenza delle norme di sicurezza.

Non possiamo mai ricordare abbastanza spesso quanto la conoscenza sia uno dei fattori chiave della prevenzione antincendio e, in generale, della sicurezza sul lavoro. Grazie all'opera di enti riconosciuti per la sicurezza sul lavoro è possibile effettuare corsi di formazione antincendio per tutti i lavoratori di una azienda.

Ripartizione delle spese dell'acqua nel condominio: cosa sapere

 


La convivenza in un condominio è sempre una situazione spinosa che richiede compromessi, vediamo assieme come si effettua la ripartizione delle spese per la bolletta idrica nel condominio, sia per gli appartamenti, che per le parti comuni.

Consumi del condominio e costi

Un condominio ha tutta una serie di spese indispensabili alla sua gestione, ad esempio quelle per i servizi di pulizia, l'energia elettrica o la manutenzione degli impianti; i contratti con i fornitori saranno stipulati dall'amministratore e starà poi ai condomini ripartire il totale tra loro. Si tratta delle famose (o famigerate) spese condominiali che tutti dobbiamo versare.

La ripartizione delle spese tra i condomini, quindi, è una delle operazioni che è necessario effettuare. Ha cadenza annuale e serve per garantire una convivenza civile nell'edificio.

Soprattutto per quanto riguarda il consumo dell'acqua, occorre avere bene presente quali sono le norme che la legislazione italiana stabilisce in merito e come vengono conteggiati i costi. Queste regole saranno valide sia per il consumo di acqua alimentare e sanitaria, che per quello dell'acqua destinata al riscaldamento.

Queste sono a disposizione dei condomini direttamente nelle loro abitazioni, un discorso a parte andrà fatto per l'acqua destinata alle parti comuni dell'edificio (che servirà, ad esempio per la pulizia delle scale o per innaffiare il giardino).

Divisione delle bollette per l'acqua condominiale

Partiamo da quest'ultimo caso che è il più semplice e quello che può essere presentato con più rapidità. La bolletta dell'acqua che viene utilizzata nelle parti comuni dell'edificio sarà ripartita tra i condomini a seconda dei millesimi di proprietà.

Per ripartizione dell'acqua in millesimi, si intende che ognuno paga in base alla dimensione del proprio appartamento: l'amministratore suddivide la spesa in base ai millesimi segnati nella tabella apposita allegata al regolamento del condominio. Si tratta del metodo approvato dall'Articolo 1123 del Codice Civile, il regolamento può comunque prevedere un differente sistema di calcolo, se approvato all'unanimità da tutti i condomini.

Ripartizione spese per l'acqua sanitaria

Per acqua sanitaria o alimentare si intende l'acqua che scorre fino ai rubinetti del nostro appartamento, grazie all'opera delle pompe di sollevamento acqua condominiali, e che utilizziamo per bere, cucinare o lavare. Quando si parla di consumi legati agli appartamenti di proprietà, la regola è quella di cercare di conteggiare le spese nel modo più esatto possibile.

In questa ottica, avere un contatore individuale che calcoli i consumi è la soluzione migliore; il contatore permette di segnalare con esattezza il consumo effettuato in ciascuna unità abitativa. Addirittura, in caso di abitazioni con riscaldamento autonomo, sarà possibile utilizzare un unico contatore.

Se non sono presenti contatori individuali, torna in ballo l'articolo 1123 che stabilisce che le spese per le risorse siano “ripartite in proporzione dell’uso che ciascuno può farne". Di solito questo significa la divisione in millesimi perchè presuppongono un nucleo familiare più numeroso. Un terzo sistema di conteggio delle spese, in base alle "teste", permetterebbe la suddivisione in base alle persone che effettivamente abitano nella proprietà, ma è attuabile solo in caso di unanimità tra i condomini.

Ripartizione delle spese di riscaldamento

In mancanza del riscaldamento autonomo, sarà presente un contatore dedicato al riscaldamento. Questo terrà conto dei consumi dell'acqua calda prodotta nella caldaia condominiale. La presenza di questo contatore nei condomini è divenuta obbligatoria con l’entrata in vigore del Dlgs 102/2014, che attua la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica.

La normativa impone anche la presenza di sotto contatori per i singoli appartamenti in grado di calcolare l'effettivo consumo di acqua. Solo un tecnico può certificare se esistono delle condizioni per cui non è possibile installare tali contatori. In questo caso si deve provvedere all'installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore individuali.

Ricordiamoci sempre che la qualità dell'acqua del condominio, permette di ridurre le spese e ottimizzare i consumi.